![]() |
StressIl giorno non si spegne perché la luce è spenta.Dopo una giornata intensa, il tuo organismo resta in modalità difesa: tensione, agitazione, vigilanza. La noradrenalina stimola il centro di veglia; l’addormentamento diventa laborioso. Il passaggio naturale al riposo si rallenta, a volte di diverse ore. Ogni contrarietà ripropone la scena nella tua testa, rilanciando la catena « stress → veglia ». Finché l’allerta persiste, la tua notte resta frammentata e poco rigenerante. |
![]() |
Pensieri a non finireIl tuo cervello proietta un film quando vuoi premere “pausa”.Non appena agganci un pensiero, l’eccitazione o la paura inviano al cervello il segnale di restare sveglio. Come davanti a uno scenario avvincente, diventa difficile addormentarsi. Anche senza accorgertene, la tua attenzione resta troppo alta. I rumori e i microstimoli amplificano ancora la presenza mentale. Più ascolti questo flusso, più l’addormentamento si allontana. |
![]() |
PreoccupazioniQuando la vita deraglia, il sonno segue.Rottura, incertezza professionale, calo del morale: le preoccupazioni mantengono il cervello in allerta. Scatenano una risposta fisiologica di risveglio e bloccano l’addormentamento. Il letto diventa il luogo dove si rimugina, e la notte una scena dove i problemi si ripetono. Senza correzione, il cervello associa progressivamente andare a letto = veglia preoccupata. Il rischio: un’insonnia che si installa oltre l’episodio difficile. |
![]() |
Risvegli notturniSveglio alle 3 del mattino, occhi spalancati, senza motivo apparente?Il sonno procede a cicli; alla loro fine, la vigilanza risale e il minimo rumore può tirarti giù dal letto. La vera trappola è la difficoltà a riaddormentarsi rapidamente. L’orologio che si consulta, i calcoli « mi resta solo… », e la paura di non farcela alimentano l’ansia. Questa preoccupazione attiva lo stato di allerta (iperattivazione del sistema nervoso autonomo). Risultato: pensieri che girano, corpo sveglio, e una notte che si allunga inutilmente. |
![]() |
Insonnie cronicheA forza di temere la notte, è la notte che teme te.Bastano poche notti storte per far nascere la paura di « non dormire ». Questa ansia da prestazione si autoalimenta il risveglio: più vuoi dormire, meno ci riesci. Lo stress attiva lo stato di allerta, la vigilanza aumenta e il circolo si chiude. Si finisce per cedere alla stanchezza, troppo tardi, esausti al mattino. Il cuore del problema: rompere questo condizionamento e disinnescare la paura. |
![]() |
Ambiente rumorosoNon è sempre il rumore a svegliarti, ma la tua reazione al rumore.Lo stesso suono fa addormentare alcuni e risvegliare altri: tutto è questione di reattività. Le variazioni sonore (russamenti, vicini, traffico) scatenano l’allarme interno. L’irritazione per il rumore rafforza il risveglio e mantiene il cervello in sorveglianza. Più si ascolta, più il rumore prende spazio — e meno il sonno trova il suo. La sfida: diminuire la sensibilità e spostare l’attenzione affinché il suono torni neutro. |
![]() |
Donna incintaQuando si aspetta un bambino, non si aspetta sempre il sonno.Reflusso, crampi, disagio, frequenti bisogni: il corpo si sveglia spesso. A questo si aggiunge l’ansia (salute, parto, organizzazione), che mantiene l’allerta. La combinazione di dolori + vigilanza rende il sonno fragile e le notti frammentate. Il cervello si concentra sul fastidio e sul tempo che passa, il che aumenta la percezione del disagio. Diventa indispensabile ridurre la reattività e calmare la mente. |
Dodow Hackademy:
• Le tipologie di insonnia: Come Dodow ti aiuta concretamente
• Capire Dodow: La démonstration scientifique (per i medici)
• I nostri consigli n°1: Iniziare bene con Dodow