Da Dodow, abbiamo scelto di trovare un modo naturale per aiutarvi ad addormentarvi. Perché l’alternativa sono i sonniferi… e quelli, non li vogliamo! Vi spiegheremo perché non è il nostro strumento preferito per addormentarsi rapidamente, e perché è assolutamente da evitare in caso di insonnia in gravidanza.
Cosa sono i sonniferi?
- Le benzodiazepine
Questo psicotropo è il sonnifero più usato. È stato creato per non essere prescritto oltre 7-10 giorni, anche se oggi viene prescritto molto più a lungo (a torto). Lo assume un francese su 5 almeno una volta all’anno, agisce sulle terminazioni nervose del cervello e rilassa i muscoli.
- I barbiturici
Questi sedativi sono all’origine dei primi sonniferi. Agiscono sul sistema nervoso centrale e possono diminuire, o addirittura fermare la respirazione, mettere in coma o causare ipotermia (e tutto ciò contemporaneamente). Danneggiano il fegato e interagiscono con altri farmaci che potreste aver preso contemporaneamente, come alcuni contraccettivi e anticoagulanti.
I barbiturici sono particolarmente tossici in caso di sovradosaggio, tanto che dal 2001 il barbiturico più usato (il fenobarbital) è stato bandito dai sonniferi e può essere usato solo in caso di epilessia grazie alle sue proprietà anticonvulsive.
- Gli antistaminici
Sì, proprio gli stessi antistaminici che prendete per combattere le allergie – hanno anche proprietà sonnifere. Ma sono anche (tra le altre cose) anti-dopaminergici e anti-serotoninergici, il che non fa bene al vostro umore… Tra gli effetti collaterali ci sono anche una maggiore fotosensibilizzazione, secchezza delle fauci e stitichezza.
Il prezzo alto per il vostro corpo
Non giriamo intorno al problema: la prima cosa da sapere è che i sonniferi rappresentano un pericolo mortale a lungo termine. Uno studio del British Medical Journal del 2012 su pazienti di un centro del sonno in California mostra che c’è una correlazione tra l’assunzione di sonniferi e morte prematura, sia che siate assidui utilizzatori di sonniferi sia consumatori occasionali.
Questo studio, condotto dal 2002 al 2007, è stato realizzato esaminando 24.000 individui divisi in due gruppi, quelli che assumevano sonniferi e quelli che non li assumevano. I risultati non sono rassicuranti: il gruppo che assumeva sonniferi ha visto il rischio di morte moltiplicato per 4, e per 3 in chi aveva preso almeno 18 compresse all’anno. Hanno anche mostrato un rischio di cancro superiore del 35% rispetto alla norma, senza dimenticare problemi di rigurgito nell’esofago e ulcere, problemi di vigilanza e attenzione, possibili intensificazioni dell’apnea notturna, problemi respiratori durante la notte, infezioni polmonari, comportamenti sonnambuli e così via.
Nei pazienti più anziani, ci sono rischi di perdita di equilibrio o cadute (particolarmente pericolose negli anziani) e alterazioni della memoria (in particolare con la malattia di Alzheimer) – si sospetta persino che influenzi negativamente il processo di invecchiamento neuronale. Uno studio dell’università di Washington ha trovato una correlazione tra l’assunzione a lungo termine di sonniferi e l’insorgenza della demenza nelle persone sopra i 65 anni.
Una tendenza al sovraccunsumo
Vi ricordate quel mito urbano secondo cui i francesi non sono più i maggiori consumatori di antidepressivi in Europa – dopo tutto questo tempo che si ripete questa informazione, non è più vero… ma solo perché il consumo negli altri paesi europei è aumentato! Tutta l’Europa è quindi su una pendenza ultra-farmacologica. Secondo l’ANSM (Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Farmaco), 11,5 milioni di francesi hanno consumato sonniferi o ansiolitici nel 2012, il 30% in più della media europea.
Solo che questi sonniferi non si prescrivono da soli. In genere, queste prescrizioni superflue vengono date in occasione di un’operazione chirurgica o di un ricovero, oppure quando la prescrizione viene rinnovata automaticamente. Non c’è segreto: l’attrattiva dei sonniferi è la loro efficacia quasi immediata, e medici e pazienti ricorrono troppo spesso alla facilità a discapito delle conseguenze.
Quando si inizia, è tanto più difficile smettere: il 25% delle persone che assumono sonniferi per più di 3 mesi diventa dipendente – soffriranno di sintomi da astinenza se tentano di smettere, ma dovranno aumentare la dose affinché continuino a essere efficaci.
Tuttavia esistono soluzioni alternative efficaci, come la meditazione o le terapie cognitivo-comportamentali, che trattano i problemi del sonno alla radice. Tuttavia, richiedono un investimento minimo del paziente a lungo termine.
Per questo abbiamo sviluppato Dodow, per semplificare l’apprendimento di questi esercizi di rilassamento e offrire una soluzione chiavi in mano a chi desidera ritrovare il sonno da solo.
Un’efficacia relativa
Il paradosso è che i farmaci sonniferi e anti-ansia sono preferiti per la loro facilità e efficacia, ma in realtà non sono nemmeno così efficaci come si pensa. La Food & Drug Administration americana ha constatato, ad esempio, che il Sonata (un sonnifero tra tanti) non allungava il tempo di sonno dei pazienti. Chi ha preso una dose di 10 milligrammi e i pazienti che non hanno preso farmaci hanno dormito tutti circa 6 ore e 20 minuti. Chi non ha preso droghe ha impiegato in media 36 minuti per addormentarsi durante la prima settimana di esame, cioè solo 14 minuti in meno rispetto al gruppo medicato.
Una persona su 20 dice di essere stata stanca il giorno dopo, e alcuni di loro hanno riferito problemi di memoria...
Se non avete scelta
L’insonnia è spesso il sintomo di un’altra malattia sottostante, forse di origine neurologica. Malattia di Gelineau o ipersonnia idiopatica, per esempio. Nel caso in cui nulla funzioni e vi troviate nella posizione impossibile di dover prendere sonniferi per riuscire a funzionare in società, ci sono imperativi di sicurezza da ricordare per minimizzare i rischi.
- Non prendete mai dosi supplementari «per vedere se funziona meglio», o nel mezzo della notte se vi svegliate.
- Non prendete mai dosi con alcol o altre droghe «ricreative» (tanto per cominciare, non prendete droghe ricreative). Questo può scatenare effetti collaterali (sonnambulismo, perdita di memoria, allucinazioni).
- Niente antistaminici e sonniferi insieme, alto rischio di dipendenza.
- Non usate sonniferi per trattare ansia o depressione. Ci sono altri farmaci o terapie per uscirne.
- Non prendete sonniferi se avete meno di 8 ore a disposizione per dormire senza interruzioni, o se prevedete di fare qualcosa che richiede concentrazione, come guidare per esempio.
- Cercate di non prendere sonniferi per più di una settimana. È dopo 3 mesi che si supera la soglia definitiva in cui sarà quasi impossibile liberarsene, ma è meglio iniziare presto.
Per informazioni scientifiche più precise, potete dare un’occhiata qui:
Articolo dell'Inserm sugli effetti indesiderati delle benzodiazepine
Articolo sul rapporto tra ipnotici e cancro
Rapporto 2008 del Consumers Union sull’efficacia dei sonniferi
Studio sull’uso delle benzodiazepine in relazione alla malattia di Alzheimer
I rischi legati all’uso delle benzodiazepine secondo l’ANSM
Studio sul Sonata, un ipnotico americano
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