Terza parte: il sogno e la coscienza
Qual è la differenza tra sognare ed essere svegli? Posso diventare consapevole di essere in un sogno? E quando ciò accade, chi diventa consapevole e chi sogna? Se non c’è coscienza durante il sonno senza sogni, come posso sapere di aver dormito?
Queste sono solo alcune delle domande che occupavano la mente degli antichi filosofi indiani al momento di coricarsi. Per secoli, sono state esaminate attraverso pratiche di meditazione sempre più raffinate, incorporate nelle scuole di yoga e buddhismo.
E io che pensavo che la meditazione servisse per rilassarsi, concentrarsi ed essere più produttivi al lavoro! Beh, dimenticate le notti di assenza tanto amate tra le braccia di Morfeo, perché l’esplorazione meditativa non si ferma mai, nemmeno durante il sonno. In verità, il sonno è considerato uno spazio di lavoro ottimale per comprendere la natura soggettiva della percezione, aumentare la malleabilità delle abitudini mentali ed esplorare aspetti sottili della coscienza.
Non sorprende che queste domande abbiano interessato anche filosofi occidentali, e conosco alcuni neuroscienziati che darebbero un dito o anche due per poterle rispondere con modelli biologici. Tuttavia, la scienza occidentale sta appena iniziando a scalfire la superficie di ciò che i sogni e il sonno potrebbero rivelare a chi studia il sé, la coscienza e la cognizione. Ciò potrebbe essere dovuto alla credenza diffusa che si sia incoscienti durante il sonno, che i sogni siano stati allucinatori indotti dal cervello e, in ogni caso, che sia difficile raccogliere dati affidabili in questo campo perché sarebbero completamente soggettivi e quindi non empiricamente validi.
In questo contesto, il fenomeno del sogno lucido rappresenta un caso emblematico di come diverse tradizioni di indagine abbiano attribuito più o meno importanza ai processi legati al sonno.
Il sogno lucido nella scienza occidentale
Il sogno lucido è definito tale quando il sognatore diventa consapevole di essere in un sogno. Può essere associato a vari gradi di controllo sul contenuto del sogno.
Benché generalmente considerati eventi piuttosto unici, i sogni lucidi sono in realtà molto diffusi nella popolazione. Una meta-analisi recente ha mostrato che il 55% delle persone ha riportato almeno un caso di sogno lucido nel corso della vita, e che il 23% fa sogni lucidi almeno una volta al mese. Se si crede a questi numeri, la percentuale di «sognatori lucidi frequenti» è in realtà doppia rispetto a quella dei «self-handers»!
I sogni lucidi sono stati menzionati da filosofi e scrittori occidentali (come Aristotele o Proust) per secoli, ma sono stati oggetto di ricerche scientifiche solo dalla fine del XX secolo. Anche Freud (che probabilmente non era un sognatore lucido), nella sua opera fondativa L’interpretazione dei sogni, menziona i sogni lucidi solo poche volte, rigettandoli come una strategia dell’ego per sfuggire a un contenuto onirico scomodo.
La ricerca sul sogno lucido ha fatto un balzo in avanti grazie ai lavori di Stephen LaBerge. Egli ha fornito prove empiriche di questo fenomeno registrando movimenti oculari reali in partecipanti a cui ha chiesto di muovere gli occhi da destra a sinistra durante un sogno lucido. LaBerge e altri hanno anche sviluppato tecniche per indurre e mantenere la lucidità in un sogno, partendo dall’idea che il sogno lucido sia una competenza che si può sviluppare. Sono state studiate diverse strategie di allenamento, dall’abitudine a effettuare «controlli della realtà» durante un sogno e annotare i segni caratteristici del sogno in un diario, al far scattare una sveglia durante la notte per leggere sul sogno lucido prima di tornare a dormire. Sebbene questi metodi non siano tutti affidabili, il loro punto in comune è sviluppare un’intenzione e una motivazione durante tutta la giornata per diventare consapevoli di essere in un sogno mentre si dorme.
Le ricerche sul sogno lucido condotte dalla scienza occidentale hanno rivelato una verità fondamentale: non siamo totalmente incoscienti quando dormiamo. Ma, a parte questo fatto stabilito, il campo di indagine è ancora agli inizi per quanto riguarda questioni più profonde sui modi di coscienza e i processi mentali sottostanti alla percezione. È qui che diventa interessante avviare un dialogo con le tradizioni contemplative che hanno considerato il sonno e i sogni come un terreno di gioco e un compagno per secoli.

Sogno lucido e meditazione
Cominciamo con elementi empirici: secondo uno studio recente, i meditanti a lungo termine fanno sogni lucidi più spesso (1,1 volte al mese in media) rispetto alle persone senza alcuna esperienza di meditazione (0,45 volte al mese). Questo risultato è interpretato come riflettente la meta-coscienza aumentata derivante dalla pratica continua della meditazione. La meta-coscienza è definita come la capacità di essere consapevoli dei propri pensieri, sentimenti e percezioni, ed è una condizione necessaria per prendere coscienza di essere in un sogno.
Nelle pratiche contemplative, coltivare un’attenzione al momento presente, aperta e sostenuta durante tutta la vita quotidiana, non è solo un obiettivo, ma anche uno strumento per esplorare gli schemi abituali della mente e i processi sottostanti all’esperienza soggettiva. Non sorprende quindi che pratiche specifiche, in particolare nelle tradizioni dello yoga e del buddhismo tibetano, siano state sviluppate per mantenere la coscienza e svilupparne l’acuità durante i sogni e, infine, il sonno senza sogni. Queste pratiche fanno parte di ciò che si chiama «Yoga nidra», o «Yoga del sogno».
Per una descrizione completa dello Yoga nidra, comprese le sue origini e istruzioni dettagliate, suggerisco la lettura del lavoro dello studioso buddhista Alan Wallace che ha tradotto e commentato manuali e testi tradizionali sull’argomento. Qui ne darò una descrizione sintetica che può aiutare a comprendere l’interesse, sia personale che scientifico, di esaminare più da vicino queste pratiche.
Yoga nidra, oltre il sogno lucido
Come il lavoro dei ricercatori occidentali, lo Yoga del sogno mette in atto metodi per indurre e mantenere la lucidità durante i sogni. A parte tecniche che possono risultare poco attraenti per un pubblico occidentale (come visualizzazioni complesse e posture corporee), una strategia comune consiste nello sviluppare un’intenzione e una motivazione per diventare consapevoli durante un sogno. Tuttavia, a differenza della visione scientifica che distingue chiaramente lo stato di sogno da quello di veglia, lo Yoga del sogno si basa sull’idea che la piena consapevolezza delle caratteristiche oniriche della percezione ordinaria, sveglia, faciliti l’esperienza del sogno lucido.
Segue un allenamento che consiste nel manipolare attivamente il contenuto del sogno, in modo ludico, per rivelare che esso è in definitiva un processo di immaginazione che non è indipendente dalla propria mente. Infine, i praticanti cercano di «trapassare» il contenuto del sogno e rivelare lo stato sottile di coscienza che sottende non solo i sogni, ma anche tutti i fenomeni percettivi. Andare oltre il sogno ed essere in grado di mantenere la propria coscienza durante un sonno profondo e senza sogni è lo scopo ultimo dello Yoga del sogno. Un bel passo avanti rispetto al lavoro di LaBerge e altri!
Lo Yoga nidra aiuta i praticanti sul cammino dell’«illuminazione» in almeno due modi. Primo, sperimentando come «risvegliarsi» durante un sogno e manipolarne il contenuto, il praticante realizza la continuità della coscienza dal risveglio al sonno, e il fatto che i due mondi del sogno e della veglia non sono indipendenti dalla mente. Secondo, il tipo di coscienza a cui si può accedere durante un sonno senza sogni si suppone si manifesti anche nel passaggio dalla vita alla morte. Familiarizzare con questa esperienza è una questione di grande importanza nelle tradizioni contemplative orientali.
Interessante. Perché dovrei interessarmene?
Al di là degli obiettivi spirituali, che possono attrarre alcuni ma non tutti, il dialogo tra pratiche e teorie legate al sonno delle tradizioni contemplative e gli approcci scientifici occidentali ha, e può avere, molteplici vantaggi.
Il grado di controllo che si sviluppa sul contenuto dei sogni (così come la comprensione della sua natura indissolubile dalla mente) si suppone si trasferisca nella vita di veglia, permettendo così di acquisire maggiore flessibilità e leggerezza nel modo di reagire a pensieri ed emozioni negative. Questa proposta merita certamente l’attenzione della ricerca empirica.
Inoltre, il fatto che il contenuto dei sogni possa essere manipolato in modo affidabile tramite l’allenamento a pratiche specifiche mette in discussione la concezione psicologica e neuroscientifica secondo cui i sogni sono causati dall’attività cerebrale, e non il contrario!
Infine, l’integrazione di resoconti di praticanti dello Yoga del sogno con dati empirici, teorie della psicologia sperimentale e neuroscienze, può ampliare considerevolmente la comprensione dei processi e dei modi di coscienza legati al sé, così come i loro correlati biologici. Un impegno in tal senso è stato recentemente perseguito dal bel lavoro del filosofo Evan Thompson nel suo libro Waking, Dreaming, Being, che raccomando vivamente.
Abbiamo visto come la ricerca sul sonno e i sogni abbia potuto seguire diverse traiettorie nella scienza occidentale e nelle tradizioni contemplative orientali. Approcci diversi hanno portato a concezioni e teorie differenti. Un dialogo tra tutte queste tradizioni di ricerca può condurre a modelli filosofici, psicologici e biologici più elaborati e raffinati della coscienza, del sé e della percezione.
Ancora una volta, abbiamo visto che c’è di più nelle pratiche di meditazione rispetto a quanto viene popolarizzato nelle culture occidentali, e che prendere in considerazione l’intero spettro di teorie e pratiche disponibili può portare a risultati inattesi in termini di benessere e sviluppo personale.
Fonti:
Baird, B., Riedner, B. A., Boly, M., Davidson, R. J., & Tononi, G. (2019). Increased lucid dream frequency in long-term meditators but not following MBSR training., "Psychology of Consciousness" (Washington, D.C.), 6(1), 40–54. Saunders, D. T., Roe, C. A., Smith, G., & Clegg, H. (2016). Lucid dreaming incidence: A quality effects meta-analysis of 50 years of research., "Consciousness and Cognition", 43, 197–215. Thompson, E. (2015). "Waking, dreaming, being: Self and consciousness in neuroscience, meditation, and philosophy". Columbia University Press. Wallace, B. A., & Hodel, B. (2012). "Dreaming Yourself Awake: Lucid Dreaming and Tibetan Dream Yoga for Insight and Transformation". Shambhala Publications.